
Nei secoli, le donne in grado di ricevere una istruzione erano quelle nei conventi, per questo erano spesso indirizzate verso le materie umanistiche; le scienze matematiche e fisiche richiedevano una preparazione specifica e molto diversa. Questo trend persiste nelle università ancora oggi anche se in misura molto minore, e da qui nasce il pregiudizio che le donne non siano portate per le materie più scientifiche.
Nonostante ciò, nella storia sono emersi i nomi di numerose scienziate donne, che hanno portato importanti contributi allo sviluppo della scienza. Oggi le donne scienziate sono in numero estremamente più elevato ed in ogni campo del sapere.
Sebbene i contributi delle donne siano oggi più riconosciuti, generalmente per poter emergere le scienziate devono lavorare più dei colleghi e persistono ancora molti pregiudizi e stereotipi. Inoltre, nonostante ormai numericamente ricercatori uomini e donne si eguagliano, appena si passa al livello superiore le donne sono meno del 30% ed appena il 10% dei professori ordinari.
“Io ho avuto la fortuna di avere una famiglia in cui babbo e mamma erano perfettamente eguali, si dividevano i compiti in piena parità, e che non mi hanno mai imposto comportamenti o giocattoli legati a stereotipi sessuali. Anche lo sport che ho praticato per parecchi anni mi ha aiutato a sviluppare quella competitività che e necessaria per riuscire nell'atletica come nella scienza, per vincere sportivamente, allenandosi e studiando e avendo la costanza di perseguire lo scopo di battere un record o di ottenere un risultato scientifico, senza scoraggiarsi davanti agli insuccessi, perseverando con costanza.
Credo perciò che l'ambiente familiare in cui ho avuto la fortuna di nascere sia stato estremamente importante per darmi fiducia nelle mie possibilità, e per non provare complessi di inferiorità che ho spesso notato in colleghe della mia generazione e anche più giovani.”
“Quasi sempre si attribuisce questa scarsa presenza femminile nei livelli più alti all'impegno familiare, alle cure dei marito e dei figli, e si chiede un maggiore impegno dello stato nel fornire asili nido, scuole materne, scuole a tempo pieno. Giustissimo! Però rarissimamente si afferma il diritto delle donne e il dovere degli uomini di dividersi al 50% le cure familiari, dalle più umili alle più importanti, anche se la legislazione familiare dà alle donne la possibilità di rivendicare questa reale parità. Sta alle giovani donne educare i propri compagni e ai giovani uomini di incitare le loro compagne ad affermarsi nella vita.”
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