Prima di poter parlare della condizione delle donne
nella società odierna, è necessario conoscere il pregiudizio,
capire come funziona e che conseguenze comporta.
“Il pregiudizio
è un atteggiamento ostile o negativo verso un gruppo di persone
risconoscibile, basato soltanto sulla appartenenza dei membri a tale
gruppo.”
A questa
definizione si lega strettamente quella di stereotipo:
“generalizzazione
semplicistica relativa ad un gruppo di persone che consiste nella
assegnazione di caratteristiche identiche a tutti i membri del gruppo
in conformità con i propri pregiudizi.”
Conseguenze
principali della attuazione di pregiudizi e stereotipi sono il senso
di impotenza e soprattutto il calo di autostima nel gruppo che viene
stereotipato.
Nel 1968 Philiph Goldberg
dimostrò che le donne tendono ad essere prevenute nei confronti del
loro stesso genere, in quanto tendevano a giudicare più
negativamente un dipinto quando credevano che l'autore fosse una
donna. È un trend che è stato mostrato in molte ricerche, ed è
presente in entrambi i generi e spesso già in adolescenza.
Le generalizzazioni
di per sé sono già negative, in quanto negano il diritto di ognuno
ad essere trattato come individuo unico, con caratteristiche
proprie (positive o negative che siano).
Inoltre è molto importante prestare attenzione all'effetto della minaccia da stereotipo: timore sperimentato dai membri di una minoranza di confermare uno stereotipo negativo esistente. L'ansia derivante è spesso causa del calo di performance nello svolgimento di una attività, creando quindi una profezia che si autoavvera.
Inoltre è molto importante prestare attenzione all'effetto della minaccia da stereotipo: timore sperimentato dai membri di una minoranza di confermare uno stereotipo negativo esistente. L'ansia derivante è spesso causa del calo di performance nello svolgimento di una attività, creando quindi una profezia che si autoavvera.
Il
fatto importante è che tutti noi abbiamo dei pregiudizi, più o meno
negativi e più o meno espliciti. In realtà, la formazione di un
pregiudizio non è di per sé dannosa, in quanto è funzionale
all'uomo per prendere decisioni e dare giudizi in modo semplice e
veloce, se basato su esperienze dirette e personali. Purtroppo però
spesso la fonte dei pregiudizi più radicati come sessismo e razzismo
sono dicerie, media, tradizioni.. che non sempre corrispondono alla
realtà e la riportano esattamente.
In una situazione ambigua le persone tendono a fare attribuzioni coerenti con i propri pregiudizi (Errore ultimo di attribuzione) e questo può essere molto dannoso: basti pensare a tutte le volte che ci ritroviamo anche inconsciamente ad fare attribuzioni secondo pregiudizi nei confronti di individui che non conosciamo personalmente o che vediamo per strada.
In una situazione ambigua le persone tendono a fare attribuzioni coerenti con i propri pregiudizi (Errore ultimo di attribuzione) e questo può essere molto dannoso: basti pensare a tutte le volte che ci ritroviamo anche inconsciamente ad fare attribuzioni secondo pregiudizi nei confronti di individui che non conosciamo personalmente o che vediamo per strada.
Per
quanto riguarda lo stereotipo sessuale, dagli anni '60 ci sono state
numerosissime ricerche.
Deaux e colleghi hanno mostrato come sia una credenza quasi universamente diffusa quella di vedere le donne come più premurose e sensibili e meno autoritarie rispetto agli uomini. Allo stesso tempo, è stato anche mostrato che molte volte questo stereotipo può corrispondere alla realtà, ma ciò che è importante è che per generalizzazioni così vaste, la loro applicazione indiscriminata priva del diritto di essere trattati come individui. Anche se la maggior parte delle donne preferisse fare la casalinga e stare a casa con i figli, ce ne sono comunque moltissime altre competenti e con abilità di leadership che invece desiderano avere successo nel lavoro e che non corrispondono a questo stereotipo!
Deaux ed Emsweiler
hanno dimostrato che se lo stereotipo è abbastanza forte, anche i
membri del gruppo stereotipato tendono ad acquisirlo. Questo è uno
dei motivi per cui le donne spesso vengono indirizzate verso delle
scelte che non hanno preso autonomamente, ed è lo stesso motivo per
cui, quando fanno una scelta indipendente e contraria alla immagine
dello stereotipo, spesso vengno criticate sia dagli altri che da loro
stesse. Deaux e colleghi hanno mostrato come sia una credenza quasi universamente diffusa quella di vedere le donne come più premurose e sensibili e meno autoritarie rispetto agli uomini. Allo stesso tempo, è stato anche mostrato che molte volte questo stereotipo può corrispondere alla realtà, ma ciò che è importante è che per generalizzazioni così vaste, la loro applicazione indiscriminata priva del diritto di essere trattati come individui. Anche se la maggior parte delle donne preferisse fare la casalinga e stare a casa con i figli, ce ne sono comunque moltissime altre competenti e con abilità di leadership che invece desiderano avere successo nel lavoro e che non corrispondono a questo stereotipo!
Nel
fare attribuzioni
circa i propri successi ed insuccessi le differenze di genere
sono molto marcate; come mostrato in un esperimento di Nicholls
(1975): in caso di successo, gli uomini tendono a fare attribuzione
più interne (le proprie capacità) mentre le donne tendono a farne
di esterne (colpo di fortuna, facilità del compito, aiuto
esterno..). Nel caso di un insuccesso invece gli uomini tendono ad
attribuirlo a sfortuna o scarso impegno, le donne tendono a pensare che sia un
compito troppo difficile per le loro abilità. Già alle elementari,
è dimostrato che le bambine tendono a minimizzare le proprie
capacità, al contrario dei bambini.
Le
autoattribuzioni
hanno implicazioni molto importanti per il successo e per le
prestazioni lavorative. Per esempio, nel caso di due giocatori di
tennis: le attribuzioni che compiono in riferimento all'insuccesso
nel primo set possono influenzare le performances nei set
successivi.
Il giocatore che attribuirà il fallimento allo scarso impegno, potrà spingersi a dare il meglio di sè nel successivo, mentre la giocatrice che lo attribuirà alla propria scarsa abilità potrebbe arrendersi e perdere anche il successivo.
Se le donne tendono a compiere attribuzioni errate e di conseguenza atteggiamenti di rinuncia e sfiducia in se stesse, ovviamente anche il loro rendimento lavorativo ne risentirà e contribuirà anche a rinforzare il pregiudizio e gli stereotipi che sono alla base della questione.
Il giocatore che attribuirà il fallimento allo scarso impegno, potrà spingersi a dare il meglio di sè nel successivo, mentre la giocatrice che lo attribuirà alla propria scarsa abilità potrebbe arrendersi e perdere anche il successivo.
Se le donne tendono a compiere attribuzioni errate e di conseguenza atteggiamenti di rinuncia e sfiducia in se stesse, ovviamente anche il loro rendimento lavorativo ne risentirà e contribuirà anche a rinforzare il pregiudizio e gli stereotipi che sono alla base della questione.
Un
altro problema di questo modo di pensare ed agire, è che molto volte
è inconscio.
Glick e Fiske (2002) ad esempio distinguono due tipi di sessismo: ostile, ovvero una visione stereotipata delle donne come esseri inferiori agli uomini; benevolo, una visione stereotipata positiva, “cavalleresca” che vede le donne come in sesso debole, qundi in fondo ha lo stesso presupposto.
Il sessismo può essere una ideologia inconsapevole, attuata sia da uomini che da donne, e quindi dannosa ad un livello profondo. Molti studi evidenziano di come le bambine imparino presto la figura della mamma e della donna di casa ed i bambini quella del padre che lavora e quindi sostiene economicamente la famiglia.
Glick e Fiske (2002) ad esempio distinguono due tipi di sessismo: ostile, ovvero una visione stereotipata delle donne come esseri inferiori agli uomini; benevolo, una visione stereotipata positiva, “cavalleresca” che vede le donne come in sesso debole, qundi in fondo ha lo stesso presupposto.
Il sessismo può essere una ideologia inconsapevole, attuata sia da uomini che da donne, e quindi dannosa ad un livello profondo. Molti studi evidenziano di come le bambine imparino presto la figura della mamma e della donna di casa ed i bambini quella del padre che lavora e quindi sostiene economicamente la famiglia.
Fortunatamente, le cose stanno cambiando, seppur lentamente; anche le norme di comportamento riservate agli uomini stanno diventando meno restrittive, e sicuramente è un doppio vantaggio!
Le
donne, soprattutto sul lavoro, non hanno una vasta gamma di scelta
nei comportamenti da adottare, bisogna riuscire a liberarsi da
restrizioni imposte dai comportamenti stereotipici legati al genere.
Senza dubbio in questo i mass media hanno una forte responsabilità (e quindi anche una grande possibilità di cambiamento) per il rafforzamento del pregiudizio, in particolare la televisione. Le pubblicità ad esempio forniscono impliciti campioni di comportamento, e le donne vengono quindi viste come oggetti sessuali o casalinghe servizievoli, al massimo suocere o zitelle cattive. Viene fornita alle donne una immagine limitata degli obbiettivi cui possono aspirare.
Inoltre, troppo spesso viene fornita una immagine distorta delle minoranze, quelle razziali in particolare, sono ancora raramente raffigurate, perchè non vengono considerati come rappresentanti del cittadino medio. Ciò che deriva è un senso di estraniazione ed inferiorità delle minoranze; troppo spesso la mancanza di personaggi mediatici in cui ognuno si possa identificare ed utilizzare come modelli positivi viene sottovalutata o dimenticata.
Source: L'Animale Sociale
di Elliot Aronson, psicologo americano ed inventore del metodo Jigsaw Classroom per ridurre pregiudizio e ostilità tra razze.
di Elliot Aronson, psicologo americano ed inventore del metodo Jigsaw Classroom per ridurre pregiudizio e ostilità tra razze.
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